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LE CHEVALIER D'EON SECTION - INTRODUZIONE ALL'ANIME Tranquillizzo tutti coloro che giustamente vorranno godersi la novità sia dell'anime sia del manga, in quanto nessuno di questi miei articoli svela nulla sulla trama o sul destino dei personaggi. Sarebbe imperdonabile! |
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Lia de Beaumont... o Lia de Jarjayes? Tou Ubukata è attualmente uno dei più promettenti scrittori giapponesi nel genere fantasy ed è ben conosciuto nel fortunatissimo settore dei videogames made in Japan... e anche Le Chevalier D'Eon avrebbe una trama accattivante se fosse stato scelto per "girare" su Playstation3... ma per Le Chevalier D'Eon, prima di tutto, si pensò ad un cartone animato, ...perchè? La vicenda de Le Chevalier D'Eon, ambientata in Francia al tempo di Luigi XV ed avente per protagonista un cavaliere di animo nobile e di incredibile forza morale... ma ancor di più... un cavaliere combatte più strenuamente quando in lui si incarna l'anima della bellissima sorella morta... deve aver fatto brillare nella mente dei produttori giapponesi, dopo tanti anni, finalmente l'idea di poter portare sugli schermi un cartone animato che avesse gli elementi giusti, per risvegliare negli spettatori una passione simile a quella dimostrata negli ultimi 20 anni verso la serie animata di Lady Oscar. Non c'è nessun tipo di fonte ufficiale che testimoni il desiderio da parte della Produzione dell'anime (Production I.G.) di ispirarsi a LADY OSCAR per la realizzazione di questa serie nè alcuna intervista nella quale Tomomi Ozaki, character designer (ideatrice dei volti e delle caratteristiche fisiche dei personaggi), abbia alluso alla volontà di portare sugli schermi un personaggio che ricordasse Oscar François de Jarjayes... tuttavia guardando i primi episodi della serie, fin dalla primissima azione di Lia De Beaumont (sorella di Eon nonchè suo alter-ego), sembra evidente la volontà di creare un'immediata simpathia tra i due personaggi e quindi negli spettatori che in passato si erano appassionati alle vicende di Lady Oscar, una simpatia che io ho sentito molto e che è stata anche il fondamento della mia decisione di trattare così ampiamente questo cartone animato all'interno di questo mio sito.. anche andando fuori tema perchè questo sito è dedicato a LA ROSA DI VERSAILLES e alle altre opere di RIYOKO IKEDA e nè il marchio LA ROSA DI VERSAILLES, nè il nome di Riyoko Ikeda possono essere formalmente collegati a LE CHEVALIER D'EON. |
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IL
PERSONAGGIO DI LIA DE BEAUMONT E LA SUA EVOLUZIONE TRA MANGA E ANIME Chi per caso si trovi a sfogliare le pagine del manga, quello che per primo ha fatto conoscere ai giapponesi i personaggi di D'Eon e della sorella Lia de Beaumont, sicuramente noterà che i due personaggi, nel manga, non hanno nessun tratto in comune con la figura di Lady Oscar. Il manga è in tutto e per tutto un'espressione del mondo fantasy e come tale è popolato di creature mostruose, che hanno pochissimo di realistico e dai quali gli amminiratori di Lady Oscar, eventualmente attirati dal periodo storico nel quale si svolgono le vicende, non potrebbero che allontanarsi con orrore! Senza immaginare gli interessi commerciali legati al personaggio di Lady Oscar, sarebbe del tutto impossibile tentare di capire come il personaggio di EON/LIA possa essersi evoluto da così a così... Eon nel manga veste una uniforme del tutto diversa da quella pensata per lui dal team degli animatori... e soprattutto, nel manga Eon non si limita ad "ospitare" lo spirito della sorella ma propriamente, quando si sente posseduto dalla sua anima, corre ad indossare un meraviglioso abito femminile, avendo cura di mettere anche una parrucca folta di riccioli e nastri... ... ed è proprio in funzione di questo materiale travestimento che d'Eon compie nel manga e che è del tutto assente nel cartone animato, che risulta difficile immaginare che le sembianze di Eon avrebbero potuto evolversi in questo senso, se non perchè gli animatori volessero rievocare non uno spirito ma due: quello di Lia de Beaumont e quello di Oscar François de Jarjayes! Non sto sottolineando queste somiglianze per fare una critica morale a chi ha concepito la nuova serie ma anzi, mi appresto a tentare di introdurre degnamente un nuovo cartone animato che, se pur abbia una grafica che ci richiama istintivamente a Lady Oscar, tuttavia si sviluppa su una trama del tutto diversa e non per questo meno coinvolgente: ... e allora ben venga che ci si sia ispirati ad un personaggio così capace di attrarre il pubblico della prima puntata se lo si è fatto per dare maggiore attenzione ad un capolavoro che forse, altrimenti, alcuni non avrebbero atteso con tanta ansia fin dalla fase promozionale. è curioso anzi notare che se nella prima puntata la somiglianza da Lia de Beaumont e Oscar è soprattutto a livello fisico... nelle puntate successive invece la somiglianza si sposta piuttosto su un livello più morale: Lia non sempre si manifesterà quando il fratello indossa l'uniforme blu ma anche quando è in abiti "civili" e si scopriranno alcune cose del passato di Lia, che la faranno apparire un po' meno debole ed innocente di quanto possa sembrare ad inizio serie... è decisamente un cartone animato da scoprire di puntata di puntata... |
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TRA UN DIPINTO DEL '700 E UN MOTORE GRAFICO DA GIOCO DI RUOLO...
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Ciò che salta all'occhio dello spettatore, fin dalle prime scene de LE CHEVALIER D'EON, è che questo anime è realizzato con il largo impiego della grafica computerizzata e dei trucchi tipici della realtà virtuale. Appare del tutto evidente che buona parte del team di realizzazione, proviene dal settore dei videogames... Ciononostante, il "clima" in cui si svolgono le vicende è tutt'altro che freddo perchè il direttore artistico della serie, ha studiato moltissimi scenari prendendo diretta isprazione dai capolavori pittorici del '700 che mostravano vedute sulla città, sui sui ponti, sui monumenti... ciò che ne risulta è il connubio ideale tra "mano" e macchina, studiato per coinvolgere lo spettatore sia a livello emotivo (il narratore che parla in prima persona, all'inizio del primo episodio, mentre sullo sfondo scorrono immagini di Parigi avvolta dalla nebbia... ricorda qualcosa di lontano che immediatamente si ha voglia di scoprire) e sia a livello visivo (grazie alle prospettive reali riprodotte nel cartone animato, nei momenti di azione lo spettatore sembra potersi muovere materialmente insieme ai personaggi). Con questo cartone animato, entriamo di nuovo alla reggia di Versailles... e ci entriamo davvero: questa a sinistra per esempio è la stanza di Re Luigi XV, una delle due stanze per le quali Hiroshi Ono (art director) dice di aver prestato maggiore attenzione ai dettagli... l'atra è la stanza della Regina. Invece ecco a destra alcune immagini della celeberrima Galerie de Glaces a Versailles; nel primo episodio, la percorriamo in tutta la sua lunghezza come se fossimo noi a camminarvi e il livello di realismo è totale, anche eccessivo considerando che ci troviamo in un cartone animato e non in un cd interattivo della Reggia di Versailles: ma siccome questa è l'unica parte del palazzo a raggiungere questo assoluto livello di realismo e che d'altronde ci troviamo nel primo episodio, possiamo ben pensare che sia stata volutamente creata per impressionare lo spettatore. Poi di fatto i disegni avranno sempre un alto indice di dettagli ma si vedrà che sono comunque disegni. La Galleria degli Specchi invece, a prima vista, potrebbe addirittura sembrare una ripresa reale. C'è da dire che questo anime, per tutto il suo svolgimento, raggiunge un livello di scenograficità assoluto: non solo perchè è realizzato in 3D ma perchè nato per la visione in HD (High Definition) quindi in alta definizione. La particolare cura che gli animatori pongono nella riproduzione delle opere d'arte e degli interni della Reggia in generale, fa ancora pensare che nonostante la trama mantenga elementi fortemente gotici, tuttavia ci si voglia staccare quasi totalmente dal genere preannunciato nel manga, gratificando molto l'occhio degli amanti del bello. Di fatto i disegni del manga sono molto crudi e non c'è nessuna attenzione per gli interni degli edifici... anzi al contrario il macabro è trattato quasi con compiacimento da parte del disegnatore e il sangue sgorga con la medesima crudezza, tanto nelle stanze dei nobili quanto nelle bettole e nei sottofondi più malfamati di Parigi. Se si considera che l'unico altro cartone animato giapponese in cui la Reggia di Versailles è stata riprodotta con così tanta cura per i dettagli artistici, è stato proprio il cartone animato di LADY OSCAR, allora la rievocazione di Oscar de Jarjayes è quasi totale... Forse c'è stata anche un po' la voglia di fare a gara con l'anime di Shingo Araki? ... è evidente che nel 1979 non si disponeva delle risorse grafiche di adesso ma sarà di certo gratificante, per tutti gli appassionati di Lady Oscar, notare che se da una parte c'è stata la voglia di riprendere gli stessi luoghi e giocare a "farli meglio" ... dall'altra, anche a distanza di 26 anni, il cartone di Araki regge benissimo il confronto e anzi, in certe scene se si esclude l'alta definizione, non è facile dire quale dei due team abbia lavorato con maggiore cura mentre è evidente che l'ultimo ha copiato il lavoro del primo: guardate un po' qui sotto come appare la celebre scala della regina (Escalier de la Reine) di Versailles: |
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IL LATINO IN GIAPPONESE ! | ||||||
Alle
spendide vedute di Parigi e ai fronzoli barocchi della Reggia di
Versailles, questo anime contrappone una trama densa di misteri
religiosi, dove l'elemento gotico, così di moda negli ultimi anni, è
assoluto protagonista. D'Eon combatte per la Corona e per la Giustizia Divina al tempo stesso: il suo compito è più alto di quello di ogni soldato perchè oltre a difendere la Francia dai suoi nemici, Eon e i suoi amici sono Cavalieri della Fede schierati contro il Male; la valenza mistica, religiosa, che pervade tutto il cartone animato, è del tutto originale e richiama piuttosto le grandi saghe medioevali (o meglio quelle saghe ambientate in epoche non ben definite storicamente ma ispirate, dal punto di vista grafico, ai periodi bui dell'altro medioevo) che sono divenute note al pubblico attraverso i videogames, soprattutto i grandi giochi di ruolo. Sembra infatti proprio di giocare ad un gioco di ruolo quando si affrontano i duelli con i gargoyles o con le varie presenze demoniache. Le armi stesse assumono una doppia valenza: sono mezzo di morte ma anche simbolo di redenzione... il cavaliere uccide per liberare dal male, uccide in nome del Signore... e questo è l'elemento più particolare di questa avventura "al limite", in cui la visione di fregi d'oro si alterna a quella di mercurio che sgorga dal corpo dei cadaveri (il mercurio veniva usato per rallentare la putrefazione delle salme). Ecco allora che la spada di D'Eon porta saldata su di essa la croce di Lia ed ecco perchè quella spada appare invincibile quando maneggiata dallo spirito della ragazza.
Di
fatto, tutto l'impianto scenico dell'azione delle spie di Sua Maestà fa
molto pensare ad una saga cavalleresca e non manca di richiamare alla
mente figure chiave della letteratura, come per esempio i 4
moschettieri di Dumas: solo che qui il motto non è "Uno per tutti,
tutti per uno" bensì un più elevato "SIT NOMEN DOMINI BENEDICTUM,
DOMINE SALVUM FAC REGEM" (Sia Benedetto il Nome del Signore, Il
Signore salvi il Re; ... faccio notare che nel latino del manga c'è
un errore di grammatica che viene ereditato dall'anime: si dice regen
anzichè regem... mentre la III declinazione latina, alla
quale appartiene il sostantivo rex, ha l'accusativo singolare in
"em"). |
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