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Il manga "Berusaiyu No Bara" (tradotto: "La Rosa di Versailles") fu disegnato da Riyoko Ikeda agli inizi degli anni '70. Riyoko Ikeda all'epoca non era una disegnatrice professionista, era una giovane studentessa di filosofia: costretta dalla famiglia a frequentare un corso di studi poco adatto al suo carattere e a smettere di studiare musica (il sogno dell'Autrice pare fosse fin da giovanissima quello di diventare cantante...), l'idea di disegnare un manga fu motivata dalla necessità di trovare una fonte di guadagno che le permettesse di mantenersi da sola agli studi musicali. |
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Riyoko Ikeda presentò il progetto del proprio lavoro alla casa editrice Shueisha, che già all'epoca pubblicava una rivista settimanale molto seguita dalle ragazze, la "Weekly Margaret"; la rivista offriva serie di manga a puntate, disegnati da giovani artisti/e che volevano guadagnare qualcosa e magari sperare di arrivare alla notorietà... [Sulla destra, in foto, La biografia di "Marie Antoinette" scritta da Stephan Zweig nel 1932, in assoluto la più letta tra le biografie di Maria Antonietta esistenti, in una delle ristampe più recenti. Riyoko Ikeda dichiara di aver trovato in questo libro l'ispirazione per disegnare un manga dedicato alla regina di Francia... il consiglio a tutti è di leggerlo e... intanto che ci siete, leggete anche gli altri libri di Zweig che è stato uno scrittore che ci ha lasciato saggi e romanzi straordinari... ] [Sulla sinistra, una foto presa dalle pagine della Weekly Margaret n.21 del 21 maggio 1972, si tratta della pagina introduttiva alla primissima puntata di Berubara... Riyoko Ikeda, all'epoca era poco più di una studentessa... oggi è in assoluto la più amata mangaka-donna in Giappone... e la sua fortuna iniziava proprio in queste pagine. Il numero 21 del Weekly Margaret del 1972 è oggi introvabile, è l'unico numero di questa rivista che non ho mai visto in vendita ! MAI e a nessuna cifra !] Il progetto iniziale di Berusaiyu no Bara non piacque molto alla casa editrice: infatti l'idea di Riyoko Ikeda era quella di un manga ambientato in epoca storica, che avesse per soggetto la vita di Maria Antonietta di Asburgo-Lorena, poi regina di Francia ... e i responsabili della rivista pensavano che un soggetto del genere non avrebbe attirato un grande interesse; la casa editrice accettò infine di pubblicare il manga, purchè vi fossero aggiunti spunti che stimolassero la curiosità e l'attenzione del pubblico... Lo spunto principale sarebbe stato Oscar... "Berusaiyu no Bara" quindi non nacque per raccontare di Oscar Francois de Jarjayes... ma l'autrice, dovendo ideare qualcosa di nuovo, probabilmente prendendo spunto anche dagli spettacoli del teatro di Takarazuka, del quale era ammiratrice, penso' che l'idea di una donna in abiti maschili avrebbe potuto far colpo sul pubblico. Un personaggio di questo tipo tra l'altro non era neanche un controsenso per la storia francese in quanto si sapeva di donne della Corte di Versailles che, per divertimento, sfoggiavano atteggiamenti mascolini e si sapeva poi della parte che le donne avevano avuto allo scoppiare della Rivoluzione, quando molte di loro avevano aiutato gli uomini a costruire le barricate a Parigi e si erano unite alle milizie urbane, imbracciando le armi... La prima "puntata" di Berusaiyu No Bara apparve sul Weekly Margaret n.21, del 21 maggio 1972: i successivi capitoli furono pubblicati, settimana per settimana, senza interruzioni, su tutte le successive uscite del Weekly Margaret fino al numero 52, del 23 dicembre 1973, in cui si ebbe l'ultima puntata. Berubara non fu il primo manga che Riyoko Ikeda pubblicò su questo settimanale e non fu l'ultimo: per i collezionisti che desiderano sapere in dettaglio quali manga di Riyoko Ikeda sono stati pubblicati sul Weekly Margaret, su quale numero e in che data, sarà presto pronta una pagina di elenco. Lo spunto principale sarebbe stato Oscar... |
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"Berusaiyu no Bara" quindi non nacque per raccontare di Oscar Francois de Jarjayes...
la figura di Oscar, nel progetto iniziale dell'autrice,
abbiamo motivo di pensare che dovesse rimanere a metà tra il
divertissement e il narratore... ma l'autrice, dovendo ideare
qualcosa di nuovo, probabilmente prendendo spunto anche
dagli spettacoli del teatro di Takarazuka, del quale era
ammiratrice, dovette presto ricredersi pensando
che l'idea di una donna in abiti maschili
avrebbe potuto far colpo sul pubblico. Un personaggio
di questo tipo tra l'altro non era neanche un controsenso
per la storia francese in quanto si sapeva di donne della
Corte di Versailles che, per divertimento, sfoggiavano
atteggiamenti mascolini e si sapeva poi della parte che le
donne avevano avuto allo scoppiare della Rivoluzione, quando
molte di loro avevano aiutato gli uomini a costruire le
barricate a Parigi e si erano unite alle milizie urbane,
imbracciando le armi... La prima "puntata" di Berusaiyu No Bara apparve sul Weekly Margaret n.21, del 21 maggio 1972: i successivi capitoli furono pubblicati, settimana per settimana, senza interruzioni, su tutte le successive uscite del Weekly Margaret fino al numero 52, del 23 dicembre 1973, in cui si ebbe l'ultima puntata. Berubara non fu il primo manga che Riyoko Ikeda pubblicò su questo settimanale e non fu l'ultimo: per i collezionisti che desiderano sapere in dettaglio quali manga di Riyoko Ikeda sono stati pubblicati sul Weekly Margaret, su quale numero e in che data, sarà presto pronta una pagina di elenco. |
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TRA IL 1972 E IL 1974, BERUBARA VENDETTE 13.000.000 - 13 MILIONI - DI COPIE !!! (dato diffuso dalla casa editrice Shueisha) |
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MA CHI è ..."LA ROSA DI VERSAILLES"... ? |
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La "Rosa di Versailles" è Maria Antonietta per Riyoko Ikeda ... ma per qualcuno dovrebbe essere Oscar! |
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Premesso che il manga nacque come
biografia a fumetti di Maria Antonietta, immaginate voi
di dovervi accingere a disegnare un manga biografico
su una regina della storia: che cosa fareste per
prima cosa? Io prima di tutto ne cercherei il più
bel ritratto... bene, se lo ha fatto anche Riyoko
Ikeda, è
probabile che abbia trovato questo (in foto a destra): è stato dipinto dalla
ritrattista preferita di Maria Antonietta, la
celebre Vigèe LeBrun ed è divenuto celeberrimo con
la sua dedica "à
la rose"... Poi penserei al titolo... osserverei il ritratto... cogliere la metafora insita nella dedica di quello... non è difficile... "à la rose" ... Maria Antonietta a Versailles con una rosa in mano... ah! allora: Maria Antonietta = La Rosa di Versailles! ... quasi un sillogismo... ED ECCO COME NACQUE IL TITOLO DEL MANGA più NOTO IN TUTTO IL GIAPPONE!! Riyoko Ikeda si dovette però rassegnare all'idea che quello che appassionava sempre di più il pubblico, non era la regina, con i suoi abiti splendidi e il suo fare capriccioso, bensì l'altero e schivo Signor Oscar !! I cultori del manga noteranno che se al principio
Oscar era solo un personaggio-specchio, usato per commentare le
vicende di corte, la sua presenza si fece sempre più
determinante con il susseguirsi dei capitoli , e questo per
espresso suggerimento della casa editrice... che mi piace
immaginare che ad un certo punto abbia convocato la
disegnatrice esclamando "ci hanno stufato le giravolte
delle damine! Ci interessa sapere ciò
che agita
l'animo di Oscar!": l'autrice non poteva non seguire le
istruzioni degli editori e quindi spostò
l'attenzione su Oscar ... e da lei anche
su Andrè
... all'inizio solo per assecondare il proprio pubblico, senza una reale ispirazione. Il fatto che oggi il personaggio a cui
buona parte del pubblico pensa, nominando Berubara, sia Oscar... ha motivato qualcuno a pensare che la
vera rosa di Versailles dovesse essere appunto Oscar François de Jarjayes,
fin dall'inizio, nella mente della sua Autrice. Ma questa
è
un'interpretazione forzata, sostenuta adottando una "lectio difficilior": pensando alla rosa
come metafora di ciò
che è bello ma ha vita
breve... come Oscar... scavando nelle radici filosofiche nella
mistica
giapponese, legittimandosi con quello che sarebbe stato il
ritornello della sigla iniziale dell'anime
"Bara Wa
Utsukushiku Chiru"... ma senza riflettere sul fatto l'anime
venne ben 7 anni dopo il manga! Invece no, il vero
significato del titolo è molto più immediato e
logico: la rosa di Versailles era la prima donna di
Versailles... e la prima donna di Versailles era
Maria Antonietta, la regina di Francia! |
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L'Italia e le interpretazioni del titolo: troppa presunzione e poca cultura storica |
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Mentre tutto il mondo riconosce in
Maria Antonietta la protagonista d'elezione di
VERSAILLES NO BARA, le case editrici italiane
combattono la crociata dell'ignoranza. In Italia
è
stata aperta una vera e propria
"questione interpretativa" sul titolo, ricordando che in
giapponese non esiste una vera e propria distinzione tra
plurale e singolare, come nelle lingue europee, e che dunque
"Berusaiyu no Bara", dal punto di vista
strettamente grammaticale, potrebbe essere tradotto
altrettanto correttamente sia come "LA ROSA DI VERSAILLES",
sia come "LE ROSE DI VERSAILLES" al plurale!
C'è chi dunque sostiene che le rose di Versailles sarebbero più di una, basandosi su teorie le più svariate: si va da chi prende spunto dall'incipit del manga e cita "Quell'anno, in tre diversi Paesi europei, nacquero tre persone" pensando dunque a 3 rose... a chi molto più grossolanamente ritiene che tutte le donne del manga possano essere paragonate a questi fiori. Pensare che ogni singola donna che compare nella vicenda sia una rosa è "retorica spicciola"... e prendere ad esempio la prima frase della storia per pensare a 3 rose è semplicemente ridicolo, non foss'altro perchè una di quelle sarebbe Fersen, che in nessun caso può essere eletto al ruolo di rosa, non solo perchè è sicuramente meno presente nella storia di Andrè (ma diciamo che se poca doveva essere l'attenzione iniziale per il personaggio di Oscar, Andrè avrebbe anche potuto non esistere...) ma soprattutto perchè, alla fine della vicenda, il bel conte morì ingloriosamente (le rose "morirebbero in bellezza"?). Comunque rassicuro i lettori sul fatto che le interpretazioni alternative del titolo sono oggetto di discussione solo tra chi ha una conoscenza molto superficiale del manga o tra i chi il manga, non lo ha letto affatto e quindi si è lasciato sviare, consciamente o meno, dal cartone animato... mentre tra i veri appassionati non si è mai posto il minimo dubbio; anche perchè Riyoko Ikeda, fin dalla prima pubblicazione di questo manga in Giappone, ha voluto che ai caratteri giapponesi del titolo "Berusaiyu No Bara" fosse sempre aggiunto il sottotiolo in francese "La Rose de Versailles". Essendo Riyoko Ikeda una studentessa di storia e filosofia, dalla cultura straordinariamente eclettica, nonchè personalmente appassionata alla lingua francese, non è fondato credere che non sappia e non sapesse fin dal principio che il francese ha il singolare e il plurale... e anche se volessimo ammettere l'ipotesi che potesse non saperlo a vent'anni, qualcuno della Shueisha (una delle case editrici più famose di tutto il Giappone) sicuramente glielo avrebbe detto! |
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"Quell'anno, in tre diversi Paesi europei, nacquero tre persone..." |
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così inizia VERSAILLES NO BARA ma... siete sicuri di ricordare con quali parole finisce?? |
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La frase iniziale del manga, anzichè essere citata
per discutere inutilmente sull'interpretazione del
titolo (che noia!), si presta a farci individuare
significati molto più interessanti, primo fra tutti
l'evoluzione della storia e l'evoluzione del
personaggio protagonista nella storia stessa. Abbiamo visto come, semplicemente e logicamente, la rosa di Versailles nella mente di Riyoko Ikeda fosse la metafora per indicare Maria Antonietta... coerentemente a quelli che sarebbero stati poi gli altri importanti manga storici dell'autrice, dove il titolo è sempre stato dedicato direttamente al personaggio reale , vedi "Eroica, la Gloria di Napoleone", "Imperatrice Catherina", "Regina Elisabetta, la Sposa della Nazione", ecc. eccò ... ma ci rendiamo anche conto del fatto che in VERSAILLES NO BARA, il pubblico si affezionò molto di più al personaggio di Oscar che a quello della regina. Questo progressivo allontanarsi dell'attenzione da Maria Antonietta, per concentrarsi sulla figura di Oscar, è rappresentato in maniera eccellente dalla diversità che c'è tra il modo in cui il manga inizia e il modo in cui il manga si conclude. E ora mi spiegherò meglio. |
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Il primo personaggio ad essere nominato è Fersen (poche righe), segue Oscar (qualche pagina) e, dulcis in fundo, la protagonista: Maria Antonietta... alla quale Riyoko Ikeda inizia con il dedicare tutta la prima sezione del manga... | ||||||||||||||||||||||||||||||||
FRASE FINALE DEL MANGA: "...fu così che il destino riunì i due innamorati attraverso la morte..." |
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... a parte il fatto che la frase finale del manga è un po' forzata (perchè i "due innamorati" in questione, Maria Antonietta e Fersen, morirono a distanza di 17 anni l'uno dall'altro e quindi non è che la morte abbia fatto un grande sforzo!!) ... ciò che vale la pena leggere e su cui vale la pena riflettere, è ciò che sta scritto DOPO a questa fatidica frase finale, proprio sull'ultimissimo disegno del manga, a pagina intera... poche semplici righe, le seguenti: | ||||||||||||||||||||||||||||||||
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Queste tre righe sono un chiarissimo richiamo alla frase iniziale, eppure rappresentano il percorso della simpatia del pubblico, che si è spostata ... se è vero infatti che dall'ultima nota si capisce la chiave della partitura (chi fa musica, mi capirà)... ecco allora che in queste ultime parole il primo riferimento è ancora per Fersen (che era e resta il meno importante tra i 3 personaggi nominati) ma... ops... adesso "dulcis in fundo" non c'è più Maria Antonietta, c'è Oscar! ECCO LA DIMOSTRAZIONE CHE LA IKEDA HA FATTO PROPRIA LA SIMPATIA DEL PUBBLICO E HA CONCESSO L'ULTIMA NOTA AL PERSONAGGIO più AMATO DELLA VICENDA, CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE MARIA ANTONIETTA MA FU INVECE OSCAR !!!! (e a chi volesse azzardare che forse il motivo stia nell'ordine cronologico degli avvenimenti, io ricorderei che all'inizio, l'ordine cronologico non era stato determinante...) | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Concludo finalmente: è fuor di dubbio che Oscar sia
divenuta il personaggio preferito
... ma è
improbabile che Riyoko Ikeda se ne sia mai fatta una
ragione! Perchè il manga di VERSAILLES NO BARA resta un
manga storico dedicato alla vita di una grande regina
nonostante il pubblico di quel manga non sia mai riuscito ad
amarvi Maria Antonietta tanto quanto Oscar! |
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LA FINE DELLE ROSE... |
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L'esistenza di Oscar François de Jarjayes nel manga originale, si spegne con circa 200 pagine di anticipo sulla conclusione vera e propria del manga stesso: di fatto tutto l'ultimo volume e parte del penultimo, sono dedicati esclusivamente alle povere ultime vicende della famiglia reale francese. Dopo la morte di Oscar tuttavia si osserva un veloce capitolare degli avvenimenti, quasi un resoconto frettoloso... cio' fu probabilmente dovuto al fatto che, conclusasi la vicenda di Oscar, i redattori della rivista Margaret pensarono che il manga potesse terminare li' mentre sicuramente Riyoko Ikeda, ancora legata al progetto iniziale di offrire una biografia di Maria Antonietta, era intenzionata a completarlo con gli ultimi fatti in cui fu realmente coinvolta la regina e scrivere la parola "FINE" sull'amore tra Fersen e Maria Antonietta. Per fare questo era necessario coprire gli avvenimenti di almeno altri 4 anni storia, densi come pochi... e fare poi anche un ultimo breve richiamo alla fine del conte Hans Axel von Fersen. Dovendo svolgere tutto questo lavoro nel minor tempo possibile, non deve stupire che l'ultimo volume di Berubara sia uno dei meno apprezzati dell'opera. è comunque ammirabile che nonostante l'interesse economico,
l'autrice si sia mantenuta coerente al progetto iniziale
e che le vicende di tutti e tre i personaggi, nominati
nell'incipit, siano state trattate fino alla fine. Oscar
comunque compare nei pensieri della regina fin quasi agli
ultimi istanti di vita... resta il rammarico per la figura
di Andrè
, che ormai sembra totalmente dimenticata ma d'altronde,
quale avrebbe potuto essere l'espediente artistico per
ricordarla nelle ultime pagine? |
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...E I "BERUSAIYU NO BARA GAIDEN" |
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La centralità dei personaggi di Oscar e Andrè
appare evidente se si
considerano il "Berubara Gaiden" e il ciclo delle
"Storie Parallele" ossia
una serie di storie immaginate in contemporanea agli
avvenimenti del manga principale, che pur essendo ambientate
in Francia durante il regno di Luigi XVI, richiamano
l'atmosfera della Francia ottocentesca e possono avere come
riferimento letterario i romanzi del terrore di fine
'700/inizio '800, non a caso questo è
il ciclo delle cosiddette "STORIE
GOTICHE di Berubara". Questo ciclo di manga ha per soggetto storie di fantasia e per protagonisti Oscar e Andrè: svincolati dalle angosce che li logorano nel manga principale e trattati con occhio più smaliziato e a momenti, anche con comicità. Il primo manga di questa serie, nonchè il più celebre, è LA CONTESSA DALL'ABITO NERO (titolo originale: "Kokui no Hakushaku Fujin"): si tratta dell'unico a venire incluso nelle edizioni di Berubara (intendo edizioni della main story) in Giappone, poiché è stato presentato da Riyoko Ikeda nel 1974 sulla rivista Weekly Margaret, quindi disegnato poco dopo l'opera principale: il tratto di Riyoko Ikeda in questo manga è quindi del tutto simile a quello conosciuto nella main story, i particolari sono ben curati e anzi ci sono nuovi spunti stilistici. Sono bellissimi i disegni a tutta pagina che richiamano lo stile dell'acquerello.LA CONTESSA DALL'ABITO NERO è generalmente incluso in tutte le edizioni giapponesi esclusive di Berubara mentre il ciclo delle storie pubblicate successivamente, si trova in edizioni separate. Il ciclo delle "Storie Gotiche", intitolato propriamente VERSAILLES NO BARA GAIDEN (La Rosa di Versailles, Biografie Aggiuntive) inizia propriamente nel 1984 sulla rivista giapponese Jam: si tratta di 4 storie, pubblicate tra il giugno del 1984 e l'aprile del 1985. Sono passati 10 anni da quando Riyoko Ikeda aveva disegnato il manga principale, quindi in queste storie, lo stile di Riyoko Ikeda risulta inevitabilmente e notevolmente modificato. Qui troviamo un'evoluzione stilistica dei personaggi che in genere non piace agli appassionati di Berubara: i tratti di Oscar sono diventati marcatamente mascolini, l'atteggiamento è più volgare e in generale i dettagli dei disegni sono molto meno "classici" che in passato. Lo stile si fa più marziale ed è infatti lo stile che caratterizza soprattutto Eroica...Nei BERUBARA GAIDEN fa la sua comparsa la figura di Lulu (Ruru-chan o Le-Loup), la nipotina di Oscar (figlia di una delle sorelle maggiori di Oscar, Ortencie): bimba antipatica e petulante, Lulu è un personaggio nato inizialmente nella fabbrica di bambole della sorella di Riyoko Ikeda e in seguito sviluppato dalla fantasia dell'Autrice e inserito accanto a Oscar ed Andrè, presumibilmente per pubblicizzare le creazioni della sorella. Tutto il ciclo delle Storie Gotiche appare del resto motivato da fini più economici che artistici... anche se comunque si tratta di manga ben orchestrati e che vale la pena conoscere (è vero che sono minori rispetto alla storia principale ma è senz'altro vero che vengono spesso denigrati a torto, soprattutto da chi non lo consoce: in realtà anch'essi hanno i loro aspetti positivi). [In foto, un poster uscito da uno dei primi numeri del JAM del 1984 su cui fuorono pubblicate le storie aggiuntive... Questo disegno si intitola "Oscar e Lulù" ed è uno dei pochissimi soggetti disegnati da Riyoko Ikeda per celebrare le Storie Gotiche. I pochi soggetti manga-color dedicati alle Storie Gotiche di Berubara, si trovano raccolti negli ultimi artbooks dell'autrice ] |
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